Brutto colpo per Alfano

La sconfitta più cocente è per il segretario del Popolo delle Libertà. Gian Antonio Stella ne racconta i confini, e la realtà, per Angelino Alfano, è impressionante. Anche se lui, abituato com’è a far spallucce, difficilmente se ne accorgerà:

«Ad Angelino, oltre al famoso “quid”, mancano i voti». Il sale gettato dal nemico trionfante sulle ferite sanguinanti di Alfano, umiliato perfino a casa sua, la destrorsa Agrigento, fotografa un crollo mesi fa impensabile. E con il Pdl frana la Lega. Non è una sconfitta: è una Caporetto. Tutto avrebbe digerito, il segretario pidiellino, meno ciò che è successo. Avrebbe mandato giù la vittoria dei grillini, dei lombardiani, delle sinistre, dei verdi e dei gialli ma non quella di Marco Zambuto, il sindaco uscente che, nato da una costola Dc, aveva già vinto nel 2007 col bollino di indipendente e, dopo essersi fatto berlusconiano per un mattino, era tornato a dichiarargli guerra accusandolo di avere abbandonato a se stessa la città natale.

Credeva di aver fatto una gran furbata, l’ex guardasigilli, soffiando al centrosinistra il candidato Totò Pennica che sulla carta aveva tutto per stravincere:

Era «civico», aveva l’ok del Pdl, era stato segretario di Mannino e aveva avuto come testimone di nozze Cuffaro. In un’altra Sicilia, avrebbe fatto cappotto: è stato schiantato 75% a 25%. Il guaio è, per la destra, che la Sicilia del famoso cappotto dei 61 parlamentari contro zero della sinistra, non c’è più. Lo dice lo smottamento di Palermo, dove la macchina da guerra berlusconiana è stata ridotta a unmisero 12,6% e dov’è incoronato quel polposo arruffapopolo di Leoluca Orlando, che da sì un dispiacere al Pd (impagabile Giorgio Schultze, responsabile della campagna di Ferrandelli: «È stata sconfitta la democrazia») ma degli azzurri è acerrimo avversario.

Già, un bel colpo:

Lo dicono le batoste in storiche piazzaforti come Marsala, Paternò (il paese di Ignazio La Russa) e Barcellona Pozzo di Gotto, feudo di Domenico Nania. E se possono consolarsi per aver salvato Trapani, grazie a un generale dei carabinieri estraneo al partito, i pidiellini si ritrovano battuti perfino là dove pareva impossibile

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